Emergenza Covid-19: bombole di ossigeno “donate” dai Centri subacquei. Andrà tutto bene (!?)
Il numero dei contagi da Covid-19 ancora non accenna a diminuire, mettendo a dura prova l’intero sistema sanitario nazionale. Adesso a peggiorare ulteriormente una situazione già difficile per gli ospedali e pronto soccorso, pare sia subentrata la scarsa reperibilità delle bombole di ossigeno nelle farmacie della Campania. Notizia prontamente smentita dai produttori del farmaco, che hanno assicurato il regolare approvvigionamento del prezioso gas, ma gli articoli apparsi di seguito sulla stampa nazionale (ecco un esempio), riportano uno scenario completamente diverso.
Nell’articolo del Mattino di Napoli si legge che la Capitaneria di Porto di Napoli, ha contattato la CRI per consegnare le bombole di ossigeno che sono state offerte spontaneamente dai Centri subacquei, presidi che tutti i Diving sono obbligati a disporre come dotazioni di primo soccorso, da non confondere con quelle utilizzate dai sub per le immersioni. Un gesto senza alcun dubbio lodevole, che ci auguriamo non si trasformi in un boomerang per chi ha pensato di fare un’opera di bene, in quanto l’Ossigeno è classificato come FARMACO e come tale è sottoposto a rigide regolamentazioni che sono qui approfondite e che brevemente riassumiamo:
il colore bianco della bombola (ogiva e cilindro) indica che questa contiene ESCLUSIVAMENTE ossigeno medicale. La bombola obbligatoriamente di proprietà del produttore del farmaco, a garanzia della sua conformità (revisione periodica del contenitore e delle valvole), deve essere accompagnata dal bugiardino, documento che riporta tutti gli elementi di tracciabilità richiesti da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), come l’AIC (autorizzazione immissione in commercio), la scadenza del gas contenuto, lo stabilimento di produzione, ecc… In mancanza di questi elementi, il contenuto non può essere considerato ossigeno medicale (farmaco) a scopo terapeutico. Questo per sottolineare la differenza tra l’ossigeno normalmente utilizzato dai Diving per le miscele (nitrox o trimix) impiegato nelle immersioni tecniche. Se invece l’operazione è mirata al solo recupero del contenitore dell’ossigeno, c’è da mettere in conto che per motivi di sicurezza, da febbraio 2018 l’AIFA vieta al produttore del farmaco il riempimento della bombola se non è di sua proprietà, o meglio il titolare di AIC che riempirà tali bombole, dovrà in ogni caso “garantire, mediante i controlli e le verifiche di pertinenza previsti per il rilascio del medicinale, che le bombole rilasciate siano conformi alla normativa vigente, sia per quanto riguarda il gas medicinale, sia per quanto concerne i contenitori e le relative valvole”.
Ma come già accaduto a inizio pandemia per i caschi cpap, anche in questo caso di assoluta emergenza, non è esclusa la scelta forse anche opportuna di “allentare” alcune rigide restrizioni. Certamente, le Autorità preposte garantiranno un accurato controllo in modo che nessuna bombola possa raggiungere irregolarmente il paziente mettendo ulteriormente a rischio la salute pubblica, come correttamente evidenziato dal giornalista del Mattino, “Per poter avere la bombola di ossigeno, si ricorda, sono necessarie la prescrizione dello specialista o del medico curante“.