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ARRESTO CARDIACO DURANTE LE MARATONE

Qual è l’incidenza contemporanea di arresti cardiaci e decessi tra i maratoneti e i mezze maratone negli Stati Uniti?

La risposta arriva da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Race Associated Cardiac Event Registry, il quale evidenzia che l‘incidenza di arresto cardiaco durante maratone e mezze maratone è rimasta relativamente stabile dal 2010, rispetto al periodo 2000-2009. Il rischio di morte per arresto cardiaco durante le gare di corsa di lunga distanza è diminuito di circa il 50% rispetto al periodo 2000-2009.

L’obiettivo della ricerca è determinare l’incidenza e gli esiti degli arresti cardiaci durante le maratone e le mezze maratone negli Stati Uniti tra il 2010 e il 2023, basandosi sui dati dei partecipanti al traguardo e su un’analisi completa dei casi ricavati dai resoconti dei media, dai contatti diretti con i direttori di gara, dalle denunce di USA Track & Field e dalle interviste con i sopravvissuti o i parenti più prossimi.

I profili dei casi sono stati esaminati per determinare l’eziologia e i fattori associati alla sopravvivenza. I dati di incidenza ed eziologia sono stati confrontati con gli standard di riferimento storici (2000-2009).

I risultati ottenuti evidenziano che tra i 29.311.597 partecipanti al traguardo, si sono verificati 176 arresti cardiaci (127 uomini, 19 donne, 30 di sesso sconosciuto) durante le gare di corsa di lunga distanza negli Stati Uniti. Rispetto al periodo 2000-2009, l’incidenza di arresti cardiaci è rimasta invariata (tasso di incidenza, 0,54 ogni 100.000 partecipanti [IC 95%, 0,41-0,70] vs 0,60 ogni 100.000 [IC 95%, 0,52-0,70], rispettivamente). Tuttavia, si sono registrati cali significativi nell’incidenza di morte cardiaca (0,20 ogni 100.000 [IC 95%, 0,15-0,26] vs 0,39 ogni 100.000 [IC 95%, 0,28-0,52]) e nel tasso di mortalità (34% vs 71%). Gli arresti cardiaci sono rimasti più comuni tra gli uomini (1,12 ogni 100.000 [IC 95%, 0,95-1,32]) rispetto alle donne (0,19 ogni 100.000 [IC 95%, 0,13-0,27]) e durante la maratona (1,04 ogni 100.000 [IC 95%, 0,82-1,32]), rispetto alla mezza maratona (0,47 ogni 100.000 [IC 95%, 0,38-0,57]). Tra i podisti per i quali è stata possibile determinare una causa definitiva di arresto cardiaco (n = 67/128 [52%]), la malattia coronarica piuttosto che la cardiomiopatia ipertrofica è stata l’eziologia più comune. Una riduzione del tempo di rianimazione cardiopolmonare e un ritmo iniziale di tachiaritmia ventricolare sono stati associati alla sopravvivenza.

Lo studio ha concluso che nonostante l’aumento della partecipazione alle gare di corsa di lunga distanza negli Stati Uniti, l’incidenza dell’arresto cardiaco rimane stabile. Si è registrato un netto calo della mortalità per arresto cardiaco e la coronaropatia è risultata l’eziologia più comune tra i casi con dati sufficienti sulla causa correlata. Un’efficace pianificazione delle azioni di emergenza con accesso immediato alla defibrillazione può spiegare il miglioramento della sopravvivenza.

Fonte: https://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2832121

Redazione IARR

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Redazione - Italian Academy of Rescue and Resuscitation (www.iarr.it)

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